1246: la cappella è citata per la prima volta da papa Innocenzo IV, nella bolla “Religiosam vitam”, poi confermata nel 1355 da papa Innocenzo VI. 1658: Monsignor Michele Beggiamo, vescovo della diocesi di Mondovì, nel corso della sua visita pastorale ad Andonno, visitò la cappella dove si recavano quotidianamente gli abitanti di Aradolo. Questi ultimi chiedevano infatti di poter frequentare questo luogo anche nei giorni festivi, abbandonando completamente la chiesa parrocchiale di Roccavione, difficile da raggiungere a causa del pericoloso attraversamento del torrente Gesso. Il vescovo accordò ai fedeli di Aradolo di poter partecipare alle funzioni nella cappella, gestita dal curato di Andonno, dove avrebbero potuto ricevere i sacramenti, continuando però a pagare le decime a Roccavione. XVIII secolo: in corrispondenza con il breve periodo di autonomia comunale di Aradolo, i suoi abitanti chiesero, invano, che la cappella diventasse parrocchia. XIX secolo: in seguito all’inclusione di Aradolo all’interno del territorio comunale di Borgo San Dalmazzo e con la fine del dominio del vescovo di Mondovì sulla parrocchia di Borgo in seguito all’istituzione della diocesi di Cuneo nel 1817, la cappella della Beata Vergine assunse la funzione di chiesa battesimale e succursale. Era in sostanza una sosta di “vice parrocchia” di Borgo San Dalmazzo. 1913: la chiesa di Madonna Bruna divenne una chiesa parrocchiale a tutti gli effetti.