La cappella si trova nella regione di Aradolo, ampia area intercomunale dove tra la fine del Medioevo e l’inizio dell’Età Moderna si addensarono diverse tensioni territoriali, tra le cinque comunità di Borgo San Dalmazzo, Roccavione, Andonno, Entracque e Valdieri, ognuna delle quali voleva includere la regione all’interno della propria dominazione fiscale. Con il passare del tempo si era formata una comunità di persone stabilmente residenti ad Aradolo, tanto che nel XVIII secolo la regione visse un breve periodo di autonomia comunale, per poi essere inglobata nel territorio di Borgo San Dalmazzo a metà Ottocento. Oggi c’è ancora traccia della comunità di Aradolo nelle due frazioni di Aradolo Sant’Antonio e Aradolo La Bruna, entrambe appartenenti al comune di Borgo San Dalmazzo. L’area di Aradolo La Bruna, ricoprì una funzione importante nello svolgimento della controversia: da lì si dirama infatti l'omonimo vallone di Madonna Bruna, termine di confine tra le aree di competenza di Roccavione e Borgo San Dalmazzo. Probabilmente non è un caso che qui si collocasse la cappella della Beata Vergine, che diventò nel corso del Seicento la chiesa di riferimento per la comunità di fedeli formatasi ad Aradolo contestualmente al contemporaneo processo di costruzione della comunità di abitanti. Queste persone infatti erano impossibilitate a recarsi nella parrocchia di Roccavione, dove fino a quel momento avevano ricevuto i sacramenti, partecipavano alle funzioni e pagavano le decime, a causa del pericoloso attraversamento del fiume Gesso.