Il santuario della Madonna del Castello e gli affreschi con le storie di Maria:Paragrafo Analisi stilistica

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Il santuario della Madonna del Castello e gli affreschi con le storie di Maria:Paragrafo Analisi stilistica

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Sebbene non sia possibile attribuire il ciclo ad una personalità specifica, le cadenze linguistiche suggeriscono un artista di cultura lombarda. Risonanze con gli esiti raggiunti da Giovannino de’ Grassi nell’Offiziolo Visconti e nel Codex Astiensis si colgono soprattutto nella resa dei panneggi, morbidamente assestati, plasmati con stesure corpose, ritmati da profili frastagliati e da andature curvilinee. La profondità dell’impianto scenico è suggerita da attrezzerie geometrizzate o da scatole spaziali assemblate con una prospettiva sommaria. Mentre gli scorci sono forzati, più equilibrata è la riproduzione degli elementi naturalistici. La vegetazione si carica inoltre di significati simbolici, cosicché desertico è l’ambiente che fa da sfondo al ritiro di Gioacchino, disperato per la sua sterilità, mentre rigogliosa è la verzura che correda il ricongiungimento con Anna. Per i suoi richiami alla cultura tardogotica di Lombardia il ciclo è affine al frammento di affresco raffigurante la Vergine con il Bambino tra san Giovanni Battista e sant’Antonio della cappella di sant’Antonio a San Michele Mondovì.

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