L’insediamento dei cappuccini a Caraglio e la chiesa di Santa Maria degli Angeli :Paragrafo Descrizione oggetto

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La chiesa, dedicata a Santa Maria degli Angeli, doveva essere già a buon punto all’alba del Settecento, visto che nel 1701-1702 padre Sigismondo da Torino commissiona due quadri, uno rappresentante sant’Antonio da Padova e l’altro il beato Felice da Cantacalice, “per servir alli laterali della chiesa nuova”. Allineato ai canoni di povertà e di semplicità tipici dell’ordine, il luogo di culto era composto da un’unica aula a terminazione rettilinea. Il presbiterio con l’altare in mattoni era cinto da una balaustra di legno e le murature interne erano imbiancate. Al di là del progressivo incremento nel corredo di immagini sacre, l’edificio subisce nel corso dei secoli importanti rimaneggiamenti strutturali, che ne hanno alternato la fisionomia originaria. Alla campagna del 1840-1850 si deve l’apertura delle capelle laterali – il conseguente ampliamento dell’architettura su entrambi i lati – mentre tra il 1925 e il 1928 si procede a un globale riallestimento dell’area presbiterale – prolungata in profondità e arricchita da un nuovo altare ligneo – e alla costruzione di una torre campanaria vera e propria in sostituzione del piccolo campanile a vela preesistente.
Salvo una breve parentesi durante il periodo napoleonico, la presenza dei cappuccini a Caraglio rimane stabile fino al 1979, anno in cui gli ultimi frati abbandonano il convento.

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