Borgo San Dalmazzo e i suoi modelli architettonici.:Paragrafo Descrizione oggetto

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Borgo San Dalmazzo e i suoi modelli architettonici.:Paragrafo Descrizione oggetto
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L’ insediamento di Borgo San Dalmazzo si sviluppa nel XI secolo tra l’ abbazia e il sito della città antica abbandonata, con l’ aggiunta nel XII secolo di un secondo nucleo abitato che si estende tra il castello, documentato per la prima volta nel XII secolo e caratterizzato da un dongione all’ interno di un recinto con torri aperte , e la sede abbaziale ( dall’ VIII- IX secolo). Nel XII secolo si ha la prima attestazione nei pressi del polo religioso di un nucleo abitato, che in periodo medievale comprendeva anche un ricetto ( dal XIV secolo) di cui è oggi ancora conservata una torre-porta poi inglobata nella sede municipale. Il sito su cui sorge l’ abbazia di San Dalmazzo si presenta complesso dal punto di vista stratigrafico in esso si possono individuare diverse fasi storiche: due preromaniche, forse corrispondenti a due distinte cappelle a navata unica con abside semicircolare (VI-VII secolo e VIII secolo), una basilica romanica a tre navate con absidi semicircolari e cripta “a sala” ( metà dell’ XI secolo), struttura architettonica modificata nella seconda metà dell’ XI secolo con l’ ampliamento della cripta che assume la conformazione “ad oratorio” , l’ aggiunta di due ambienti ad essa laterali e la costruzione del campanile. In epoca tardomedievale vennero aperte le cappelle sui fianchi e nel ‘700 il vescovo Isnardi di Caraglio riplasma la chiesa romanica - di cui sono ancora visibili l’ abside e la facciata – in forme barocche mantenendo l’ impianto originario e costruisce il palazzo con giardino, tipologicamente accostabile alle dimore nobiliari di area sabauda con androne al piano terra, scalone e piano nobile. L’ insediamento ha i suoi capisaldi nell’ edilizia religiosa formata da oratori e cappelle ad un'unica navata con o senza sacelli laterali ed abside semicircolare.
Tra la fine dell’ VIII e gli inizi del X secolo l’ abbazia di San Dalmazzo diventa un’ importante cerniera di collegamento fra la Provenza e l’ Italia, rivestendo un ruolo di mediazione fondamentale nello sviluppo culturale del contesto coevo. Alcune soluzioni sul piano artistico hanno riscontri nella fitta rete di scambi e di rapporti tra l’ abbazia e le sue dipendenze come i particolari delle lesene della cripta che trovano corrispondenza in Saint Dalmas di Valdeblore. La presenza di una cripta “sala” rimanda a modelli come la cattedrale di Ventimiglia, di San Vincenzo di Galliano, di San Pietro di Agliate e di San Michele a Oleggio, mentre la soluzione della cripta ad oratorio con la dilatazione in due ambienti laterali appare accostabile alla cripta della chiesa di Santa Maria di Testona, commissionata dal vescovo Landolfo, e a quella dell’ abbazia di Cavour.
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Borgo San Dalmazzo e i suoi modelli architettonici. Saggio