L'iconografia della madonna in trono nella scultura cuneese tra Trecento e Quattrocento:Paragrafo Circolazione

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L'iconografia della madonna in trono nella scultura cuneese tra Trecento e Quattrocento:Paragrafo Circolazione
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Se il cuneese è caratterizzato da una straordinaria quantità di testimonianze pittoriche precedenti al XVI secolo, lo stesso non si può dire degli esemplari scultorei, spesso sostituiti per adeguarsi a cambiamenti di gusto e ai mutamenti delle pratiche devozionali. Le esigue testimonianze per la scultura lignea tra Duecento e Cinquecento pervenute sino a noi si direzionano principalmente su tre tematiche: il Cristo Crocifisso, il Compianto o Pietà e la Madonna in trono. Si tratta di tre tematiche esemplate secondo modelli diffusi attraverso le vie di transito alpine percorse dagli artisti. In particolare, il tema della Madonna in trono è centrale per la religiosità popolare che si sviluppa attorno alle reti dei santuari. Una storia di continui spostamenti caratterizza la Madonna in trono oggi al museo dell’abbazia di Borgo San Dalmazzo, ritenuta provenite dal santuario di Monserrato nella stessa località. La statua è infatti riconoscibile in quella citata dalla visita pastorale di monsignor Isnardi nel 1698 ed è citata da un documento del 1798 che segnala un restauro durante il quale furono aggiunti occhi di cristallo. Nel Novecento fu poi sostituita da una nuova scultura. Non si tratta comunque del luogo per il quale la scultura, databile alla fine del Quattrocento, era stata creata, dal momento che il santuario fu eretto solo durante il XVII secolo: si suppone che la provenienza possa essere identificata nell’abbazia di San Dalmazzo di Pedona.
Altri esemplari più antichi si riscontrano sul territorio: è datata all’inizio del Trecento la Madonna delle Finestre, in trono, conservata presso l’omonimo santuario di Saint-Martin-Vésubie (sino al 1947 parte del territorio di Entracque), sorto come ricovero per viaggiatori che transitavano lungo la più antica via del sale. La delicatezza dei lineamenti e la propensione al naturalismo collocano questa scultura in un contesto di diffusione di stilemi francesi, che è stato messo in confronto con l’atelier aostano del maestro della Madonna di Oropa. Successiva è invece la Madonna in trono conservata presso il Museo Civico di Cuneo ma proveniente dal Santuario degli Angeli, dove era venerata dai pellegrini che le attribuivano azioni miracolose. Databile alla prima metà del XV secolo, in questo caso, i riferimenti stilistici avanzati dalla critica si direzionano verso la contemporanea pittura di Pietro da Saluzzo, in particolar modo nella costruzione dei panneggi. Fu poi sostituita dal polittico di Defendente Ferrari in relazione al crescere del culto per il Beato Angelo Cerletti.
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