Investimenti devozionali in Valle Grana. Crisi e riprese nel primo Seicento:Paragrafo Descrizione oggetto

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Investimenti devozionali in Valle Grana. Crisi e riprese nel primo Seicento:Paragrafo Descrizione oggetto
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Solamente agli inizi del XVII secolo, con lo stabilizzarsi della situazione, i luoghi sacri della valle tornano ad essere meta di investimenti, che permettono da un lato il risanamento delle architetture e dall’altro la commissione di nuove opere. Nel 1616 la comunità di Pradleves, conclusa la riedificazione della chiesa di San Ponzio, posiziona sull’altare situato “a cornu epistole, in capite navis minoris” la Madonna del Rosario ascrivibile a Giovanni Angelo Finella. Non troppi anni dopo giunge invece nella parrocchiale di Montemale il San Michele Arcangelo dipinto da Guglielmo Caccia detto il Moncalvo. Sostituita nel 1829 da una tela di Michele Cusa – copia del San Michele Arcangelo eseguito da Guido Reni per la chiesa della Concezione di Roma –, l’opera è oggi conservata all’Accademia Albertina di Torino. Nelle dinamiche di commissione della pala un ruolo di primo piano è probabilmente ricoperto dai Saluzzo di Montemale, imparentati con i Carron di San Tommaso, famiglia strettamente legata alla corte torinese presso la quale lavorava l’artista monferrino. Questi episodi sono emblema di una ripresa accidentata che, dopo la peste del 1630, riprenderà con maggiore vigore approfittando della spinta fornita dai culti mariani.
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