Gli affreschi dei Biazaci nella chiesa di San Giovanni Battista a Caraglio:Paragrafo Cronologia
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Gli affreschi dei Biazaci nella chiesa di San Giovanni Battista a Caraglio:Paragrafo Cronologia
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Il parato decorativo spicca per gli scarti linguistici. L’evidente pluralità di mani rende gli affreschi di Caraglio uno degli episodi figurativi più complessi da analizzare nell’ambito della produzione dei Biazaci. I pareri della critica in merito alla datazione sono discordi. Elisa Cottura ed Elena Romanello fissano l’esecuzione al 1490, suggerendo di identificare il sacello con quello intitolato alla santa senese istituito dalla famiglia Foiba proprio in quell’anno. A sostegno della loro ipotesi individuano nelle scene diversi richiami alle opere degli artisti che i maestri buschesi avevano avuto occasione di visionare durante il periodo di attività nel Ponente Ligure. Oltre alle analogie compositive tra l’Incoronazione di santa Caterina e il riquadro di medesimo soggetto dipinto da Ludovico Brea nel polittico per la chiesa di Nostra Signora della Misericordia di Taggia (1488-1490), rintracciano affinità con Giovanni Canavesio nel trattamento della luce. Inoltre, sottolineano le analogie tra il Cristo in pietà di Caraglio e quello collocato nella cimasa del trittico – eseguito dagli stessi autori – oggi al Museo di sant’Agostino a Genova (1490). Al contrario Stefano Manavella retrocede il ciclo ai primi anni Settanta, individuando nella bolla papale che vietava la raffigurazione delle stigmate di santa Caterina (1472) un termine ante quem.
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