Giovanni Botoneri a Castelmagno. Un linguaggio pittorico in bilico tra il didascalico e il grottesco:Paragrafo Descrizione oggetto

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Giovanni Botoneri a Castelmagno. Un linguaggio pittorico in bilico tra il didascalico e il grottesco:Paragrafo Descrizione oggetto

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Agli inizi del XVI secolo il luogo di culto viene ampliato. Alla cappella, fatta edificare dal parroco Enrico Allemandi e impreziosita dall’intervento di Pietro da Saluzzo (1475-1480), si annette un nuovo ambiente atto a fungere da navata. Come chiarito dall’epigrafe che corre lungo la parete est, la decorazione di questo spazio è affidata ai pennelli di Giovanni Botoneri da Cherasco che, nel 1514, distribuisce sui muri e sulla copertura un esteso ciclo murale incentrato sulla Passione di Cristo. Al filone narrativo principale – composto da 14 scene – si intersecano alcune raffigurazioni accessorie: una teoria di santi cavalieri (Ponzio, Costanzo, Magno, Maurizio, Chiaffredo, Dalmazzo e Pancrazio), le martiri Lucia e Apollonia, i santi Margherita e Martino ai lati dell’arco trionfale, una scena tratta dalla vita di san Giacomo Maggiore (Miracolo del giovane impiccato) e un riquadro dedicato al tema della Buona Morte in controfacciata. Occupando gran parte della volta a botte, l’Ultima Cena costituisce il fulcro del racconto. L’artista imposta la composizione impiegando un ardito sottinsù che distorce le proporzioni delle figure. Sul lunghissimo tavolo, oltre ad una schiera ordinata di suppellettili e pagnotte, spiccano – quasi fossero dei segnaposto – i nomi dei commensali, vergati in lettera gotica. Il pittore si concede qualche deviazione rispetto all’iconografia canonica. Se l’aggiunta della donna con bambino sulla porta del cenacolo resta nell’alveo della tradizione, del tutto eccezionale è l’inserimento di san Paolo alla sinistra di Cristo. Anche la Crocifissione è arricchita da personaggi secondari. Sullo sfondo della scena, nei pressi delle mura di una Gerusalemme idealizzata, l’artista rappresenta l’incontro tra due donne di difficile identificazione. Quella di rivisitare le iconografie consuete, contaminandole con elementi personalizzati, è una tendenza che Botoneri manifesta in altri dipinti eseguiti per le chiese della zona, come l’Imago Pietatis affrescata a Santa Maria della Valle a Valgrana. Oltre alla Vergine, a fianco del corpo martoriato del Salvatore, compare infatti – vestito con una rozza tunica e con in mano la nacchera – Lazzaro, protagonista della parabola del Ricco Epulone. L’accostamento risulta particolarmente efficace, richiamando la ricompensa eterna garantita ai fedeli dal sacrificio di Cristo.

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