Ludovico d'Acaia, Severino Dorerio e il busto-reliquiario di San Giovenale :Paragrafo Descrizione oggetto
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Ludovico d'Acaia, Severino Dorerio e il busto-reliquiario di San Giovenale :Paragrafo Descrizione oggetto
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Il reliquiario - composto in argento, smalto traslucido e paste vitree - riproduce la testa del santo, coronata da una mitria e tagliata poco sotto l'imposta del collo. Questo nucleo poggia su basamento ottagonale in ottone dorato. Sbalzando le fattezze del protagonista, l'orafo individua un cipiglio austero, aristocratico e distaccato, rafforzato dalla geometria delle arcate sopraccigliari, dalla bocca serrata e dalle rughe di espressione che corrono sulle guance, evidenziando gli zigomi e la solida mascella. Insomma, nella sua spinta naturalistica, il busto si avvicina a quella raffinata cultura di derivazione jacqueriana che connota anche altri manufatti dello stesso tipo come la testa-reliquiario di San Bernolfo e si riflette negli affreschi del castello di Manta. L'incisione di Giovenale Boetto, pubblicata sul frontespizio della Vita e miracoli del glorioso S. Giovenale - scritta da Giovanni Negro e pubblicata nel 1650 - commemora le antiche fattezze del busto e permette così di individuare alcune delle manomissioni intervenute nel corso dei secoli, come la scomparsa della primitiva base con gli stemmi Acaia e l'occultamento delle placchette a traforo e smalto sulla mitria. Altre delucidazioni sono giunte dal restauro del 2018 che ha svelato come il volto fosse in origine interamente dorato.
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