La diffusione di un modello di ancona lignea tra valle Stura e Gesso:Paragrafo Circolazione
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La diffusione di un modello di ancona lignea tra valle Stura e Gesso:Paragrafo Circolazione
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Negli stessi anni, anche in valle Stura si diffondeva l’uso di edificare altari a colonne tortili e tre sezioni, forse grazie alla circolazione delle maestranze o al contatto tra le committenze. A Demonte, si riscontra la presenza di un altare in legno con colonne tortili commissionato dalla confraternita della Misericordia nel 1676 ad uno scultore di nome Pietro Marco di Contes, sulla base di un disegno fornito da Giuseppe Castelli, artista attivo tra Savigliano e Racconigi. L’ancona, che incornicia una tela firmata da Bartolomeo Puppo e datata 1675, fu apprezzata dalla cittadinanza e fu presumibilmente utilizzata come modello per altre opere simili in valle.
Risalendo lungo la valle, nella parrocchiale di San Fiorenzo di Vinadio l’altare del Rosario, commissionato dalla Compagnia del Rosario, presenta colonne tortili ed è completo di tre statue raffiguranti la Madonna del Rosario, circondata da formelle ottangolari con i misteri del rosario, san Domenico e santa Caterina da Siena. L’altare sostituì presumibilmente quello segnalato da Monsignor Beggiamo nella visita pastorale del 1664 e fu descritto nella visita pastorale del 1770 da Monsignor Rorengo di Rorà come una ‘grandis icon lignea affabre elaborata et plerumque deaurata’. Fu realizzato verosimilmente negli anni Ottanta del Seicento, dal momento che nella cappella era presente un affresco perduto illustrante la Battaglia di Lepanto recante la data 1684, quando la decorazione doveva essersi conclusa. Nella stessa chiesa, anche l’altare di san Giuseppe e l’altare della Madonna furono realizzati utilizzando il tipo a colonne tortili e tre sezioni, confermando l'uso sistematico degli stessi modelli decorativi.
Risalendo lungo la valle, nella parrocchiale di San Fiorenzo di Vinadio l’altare del Rosario, commissionato dalla Compagnia del Rosario, presenta colonne tortili ed è completo di tre statue raffiguranti la Madonna del Rosario, circondata da formelle ottangolari con i misteri del rosario, san Domenico e santa Caterina da Siena. L’altare sostituì presumibilmente quello segnalato da Monsignor Beggiamo nella visita pastorale del 1664 e fu descritto nella visita pastorale del 1770 da Monsignor Rorengo di Rorà come una ‘grandis icon lignea affabre elaborata et plerumque deaurata’. Fu realizzato verosimilmente negli anni Ottanta del Seicento, dal momento che nella cappella era presente un affresco perduto illustrante la Battaglia di Lepanto recante la data 1684, quando la decorazione doveva essersi conclusa. Nella stessa chiesa, anche l’altare di san Giuseppe e l’altare della Madonna furono realizzati utilizzando il tipo a colonne tortili e tre sezioni, confermando l'uso sistematico degli stessi modelli decorativi.
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