La macchina processionale della bottega Clemente per la Confraternita di Santa Croce a Cuneo:Paragrafo Circolazione
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La macchina processionale della bottega Clemente per la Confraternita di Santa Croce a Cuneo:Paragrafo Circolazione
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Il 19 dicembre 1745 il Consiglio della Confraternita di Santa Croce dichiarava di possedere soldi a sufficienza per la costruzione di una macchina processionale con Cristo che porta la croce al Calvario, Veronica, Cireneo e putti ceroferari. Le fonti non svelano il nome del destinatario della commissione dell’opera, che a tutt’oggi è conservata nella chiesa e si presenta come un gruppo scultoreo in legno dipinto.
Il gruppo riprende in modo puntuale posizioni e gesti dei personaggi di un’altra macchina processionale, riferita da Franco Gualano ad uno scultore lombardo-piemontese vicino alla maniera di Dionigi Bussola. Tale macchina, costruita intorno al 1683, era appartenuta prima alla confraternita di Santa Croce di Torino, per poi passare in mano all’Arciconfraternita dei santi Maurizio e Lazzaro che la cedette a sua volta, tra 1749 e 1750, alla Confraternita di Santa Croce di Rivoli. Questa travagliata sequenza di spostamenti e riprese stilistiche testimonia non solo l’apprezzamento di un prototipo compositivo, ma anche la comunanza delle pratiche processionali all’interno delle confraternite piemontesi di Santa Croce. È inoltre da segnalare come ancora un Cristo portacroce per una confraternita di Santa Croce, quella di Pinerolo, risulti molto prossima stilisticamente alle sculture di Cuneo, soprattutto per la fisicità patetica e accorata.
Il gruppo riprende in modo puntuale posizioni e gesti dei personaggi di un’altra macchina processionale, riferita da Franco Gualano ad uno scultore lombardo-piemontese vicino alla maniera di Dionigi Bussola. Tale macchina, costruita intorno al 1683, era appartenuta prima alla confraternita di Santa Croce di Torino, per poi passare in mano all’Arciconfraternita dei santi Maurizio e Lazzaro che la cedette a sua volta, tra 1749 e 1750, alla Confraternita di Santa Croce di Rivoli. Questa travagliata sequenza di spostamenti e riprese stilistiche testimonia non solo l’apprezzamento di un prototipo compositivo, ma anche la comunanza delle pratiche processionali all’interno delle confraternite piemontesi di Santa Croce. È inoltre da segnalare come ancora un Cristo portacroce per una confraternita di Santa Croce, quella di Pinerolo, risulti molto prossima stilisticamente alle sculture di Cuneo, soprattutto per la fisicità patetica e accorata.
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